Comunione Unitariana Italiana

Il mazdeismo universalista

« Older   Newer »
  Share  
Alec Falasca
view post Posted on 24/2/2010, 07:17




“Per fede e per ragione, un Mazdeista Universalista crede che all’alba della vita Ohrmazd (il Signore Saggio) inviò Daena (visione, coscienza e religione) come una chiave per una completa comprensione dell’Universo, un’arma contro il male ed uno strumento per costruire una civilizzazione stabile e creativa, così che la Buona Creazione potesse essere il suo araldo, soldato ed “hamkar” (co-operatore).”
In queste parole del mazdeista italiano Michele Moramarco sono sintetizzati i punti chiave di una visione mazdeista universalista.
Il mazdeismo parte, infatti, da una visione dualista molto netta: alle forze di una creazione guidata dal Bene (rappresentate dal Signore Saggio Ohrmazd o Ahura Mazda, divinità creatrice, dal suo Spirito Santo Spenta Maynu e dalle sue diverse manifestazioni, denominate Amesa Spenta) si oppongono le forze disgregatrici del Male (rappresentate dal Signore Malvagio, Ahriman o Angry Maynu, e dalle sue schiere di demoni, Deva). Questa netta contrapposizione tra Bene e Male, che è ovviamente specifica di questa tradizione, delinea un’antropologia ed un’escatologia molto interessanti in chiave unitariana ed universalista.
La presenza di una divinità malvagia che si oppone nettamente al Signore Saggio ha, infatti, due importanti conseguenze:
- origine del Male non è in una natura umana malvagia e corrotta, ma in una forza esterna all’essere umano da cui esso si fa irretire. La natura umana è, dunque, giudicata di per sé votata al bene.
- il successo della creazione non è scontato, ma richiede la partecipazione attiva dell’essere umano.
Questi due punti si avvicinano alle prospettive unitariane ed universaliste. Benché non delinei un dualismo tra Bene e Male, l’unitarianesimo si configura, infatti, fondamentalmente come una scommessa sull’essere umano. Il rifiuto del peccato originale da parte dell’unitarianesimo cristiano sancisce la bontà della natura originaria dell’uomo, che in Gesù trova l’esempio del suo più completo compimento.
Anche per gli unitariani, sin dalle origini, come sottolineato dalla predicazione di Socino, il senso della realtà si costruisce, poi, attraverso la cooperazione degli esseri umani e della loro capacità di scegliere.
Il relegare la responsabilità del Male ad una forza esterna all’essere umano può apparire semplicistico. La lotta tra il Bene ed il Male avviene, però, in una realtà spaziale e temporale fondamentalmente unita e questo, benché non concili gli opposti in una unità o in una “non-dualità” come è per altre religiosità che delineano un dualismo, ci autorizza a dare del messaggio mazdeista un’interpretazione più generale e profonda. Possiamo leggere nel dualismo zoroastriano la volontà di affermare come l’unità del tempo e dello spazio tendano a trasformare errori, mali ed ingiustizie in strutture che sovrastano la volontà dei singoli, contro le quali siamo chiamati a far ardere dentro di noi e nella società il “sacro fuoco” della giustizia. Quella stessa unità che trasforma nel tempo le ingiustizie in “strutture del male” è, tuttavia, anche ciò che permette alla tensione alla giustizia di propagare universalmente i suoi effetti e dispiegare, così, la speranza di una vittoria finale del Bene sul Male. Questa è l’interpretazione che possiamo dare, ad esempio, del mito di Zruan, il Signore del Tempo, cui Angry Maynu riesce a strappare con un inganno un accordo che vede la spartizione del dominio del mondo: dapprima dominerà il Signore Malvagio, solo dopo il Signore Saggio. E’ sottointeso che l’intenzione del Male è tradire questo patto sfruttando il vantaggio di governare per primo, ma l’impegno dei giusti a favore di Ohrmazd ha inscritta nella struttura dell’universo la possibilità del proprio successo.
Benché liberi l’essere umano dalla colpa di essere origine del male, la visione mazdeista non è, dunque, deresponsabilizzante nei confronti delle uomo. Il mazdeismo propugna, infatti, proprio quell’impegno, sociale e spirituale ad un tempo, necessario a realizzare “il valore e la dignità propria di ogni persona”, “la giustizia, l'equità e la compassione nei rapporti umani”, “la libera e responsabile ricerca della verità e del significato della vita”, “l'obiettivo di una comunità globale con pace, libertà, e giustizia per tutti”.
Abbiamo, inoltre, visto come il dualismo di fondo del mazdeismo non implichi il rifiuto dell’unità di fondo della vita. Ne sono un ulteriore prova l’attenzione alla natura che i mazdeisti propongono nei loro riti e nella loro mitologia e il ricomprendere anche la materia nel progetto di salvezza finale, cosa che, come in tutte le visioni dualiste, che tendono a svilire il ruolo della materia, è tutt’altro che scontata (la materia avrebbe la funzione di intrappolare le forze del male affinché non invadano il campo dell’evoluzione spirituale, ma è destinata ad essere ricondotta allo spirito una volta vinte definitivamente tali forze). In altre parole, a suo modo, anche il mazdeismo realizzerebbe “il rispetto per la rete interdipendente di tutta l'esistenza della quale facciamo parte”.
Le immagini del mazdeismo e le parole del suo principale profeta Zoroastro possono, dunque, annoverarsi senz’altro tra “le parole e le azioni di uomini e donne profetici che ci sfidano a confrontare le potenze e le strutture del male con la giustizia, la compassione e la potenza trasformatrice dell'amore”, che rappresentano una delle Sei Fonti dell’Universalismo Unitariano.
Sul piano simbolico, il rito unitariano dell’accensione del calice condivide con il mazdeismo l’immagine del fuoco, come testimonianza dello spirito, che si oppone all’ingiustizia. Questo richiamo congiunto ad interiorità e giustizia, che è la cifra di un universalismo unitariano maturo, è fulcro anche della pratica mazdeista, volta a restaurare il Cosmo nella sua condizione originaria o ideale, che individualmente riconduce la persona alle sue essenze originarie (fravahars) e socialmente realizza dignità, libertà, equità e benessere, nonché la liberazione dall’oppressione.
Per parlare di un vero universalismo è necessaria, però, la presenza tanto di un’idea di “universalità della salvezza”, quanto quella di una “universalità della rivelazione”. Come per l’universalismo cristiano, il mazdeismo deriva entrambe queste possibilità dalla natura amorevole del Dio supremo. Se Dio (Ohrmazd) è la più alta fonte di Intelligenza e di Amore, Egli non può limitare la sua opera di salvezza ad una parte soltanto del genere umano, ma deve perlomeno offrirsi a tutti. Allo stesso modo, egli non può rivelarsi in un solo luogo o ad una sola cultura. Il suo Sacro Spirito (Spenta Maynu) deve poter illuminare, confortare e guidare ogni essere senziente attraverso i suoi doni spirituali, qualunque sia la sua storia, la sua natura o la sua cultura. I diversi Amesa Spenta sono parte di questo processo di diffusione universale, rappresentando la possibilità di entrare in contatto con questo o quello specifico aspetto della creazione.
 
Top
0 replies since 24/2/2010, 07:17   695 views
  Share